Quando in un ecosistema si riscontrano elementi di criticità per la salute e la sopravvivenza degli organismi che lo popolano, è estremamente probabile che ci si trovi di fronte all'immissione di sostanze chimiche inquinanti. Il relativo studio di chimica ambientale si articola nelle seguenti fasi:
Definire la natura dell'inquinamento (analisi qualitativa), l'estensione (mappatura) e il livello (indagine quantitativa).
Risalire all'origine dell’inquinamento: incidente isolato o rilascio continuo da sorgente puntiforme, ecc.
Valutare la mobilità ambientale: come una sostanza possa ripartirsi ed essere trasferita a diversi comparti ambientali (atmosfera, acqua, suolo e sedimento, biota).
Valutare quali siano le trasformazioni più significative che la sostanza subisce nell'ambiente ed il conseguente tempo di residenza medio nei vari comparti. Questo aspetto è di importanza prioritaria: esistono infatti sostanze pericolose che subiscono rapide trasformazioni chimiche (idrolisi, ossidazioni), fotochimiche (fotolisi) o microbiologiche a prodotti secondari innocui che ne attenuano il rischio associato alla loro presenza, ma esistono anche processi capaci di trasformare un inquinante in un derivato ancora più pericoloso.
martedì 25 agosto 2009
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